L’importanza dei Big Data e della Business Analysis

Non più una base dati, ma una base di conoscenza

Terminologie quali “Neodata”, Big Data Analytics (BDA), Internet of Things (IoT), Electronic Data Interchange (EDI), Open Digital Innovation (ODI) nel corso degli ultimi anni si sono insinuate nelle dinamiche strategiche e decisionali delle aziende e nella nostra vita.

Non si tratta di astrazioni o semplici acronimi, stiamo parlando della “terza rivoluzione industriale del dato”, nelle sue più conosciute caratteristiche 3V di Volume, Velocità, Varietà.

Dai dati ai Big Data

Il nostro risulta essere il secolo delle interazioni e delle correlazioni,  dei collegamenti e delle reti,  delle strutture e delle infrastrutture, dei dispositivi mobili e dello scambio real time di dati grezzi e input.

I modelli e i sistemi di Business Data Analytics e di Business Intelligence si prefiggono di leggere, aggregare e interpretare tutti questi dati al fine di trasformare quello che potremmo definire uno stream of consciousness dei dati in flusso di informazioni strutturate.

Chi produce i Big Data?

La domanda, per quando possa sembrare astratta, ha una risposta piuttosto semplice: siamo noi a produrre i Big Data.

Li produciamo noi quando ci iscriviamo ad un programma fedeltà, noi  quando ricerchiamo informazioni attraverso i motori di ricerca o acquistiamo sul web, noi quando ci scambiamo messaggi attraverso sistemi di trasmissione sms mobile, sistemi di instant messaging, chat, noi quando operiamo sui social network, noi quando effettuiamo transazioni online e offline, noi quando compiliamo form o questionari online, noi quando utilizziamo i nostri device pc, tablet, smartphone, noi quando ci inviamo email, noi quando comunichiamo.

Cosa tenere sotto controllo per raccogliere i Big Data

Il segreto è monitorare e presidiare in maniera efficiente tutti i touchpoints e i canali di contatto dell’intero Customer Journey, dai tradizionali incontri personali, scritti, telefonici, ai moderni sistemi di chat e social.

Da qui la necessità di monitorare i 5 momenti della verità (MOT, Moments of Truth) che ogni consumatore attraversa quando decide di acquistare un prodotto:

  • STIMULUS (o Trigger MOT): il momento in cui il consumatore scopre per la prima volta l’esistenza del prodotto, grazie ad azioni di marketing o pubblicità.
  • Search MOT: momento critico, ovvero quando il consumatore fa delle ricerche sul prodotto e ne apprende le caratteristiche.
  • Shelf MOT: il momento in cui il consumatore vede per la prima volta il prodotto, e ha abbastanza informazioni per decidere se acquistarlo o meno.
  • Experience MOT: una serie di momenti durante i quali il consumatore ha le prime esperienze con il prodotto dopo averlo scelto.
  • Sharing MOT: il momento in cui il consumatore condivide le sue esperienze con il prodotto e i suoi sentimenti al riguardo, nel bene o nel male.

Cosa ci aspetta

I sistemi di Business Intelligence nei prossimi anni si concentreranno sull’elaborazione e l’analisi del linguaggio naturale (NLP), che consentirà la raccolta di ulteriori dati, molto più precisi e probabilmente più rappresentativi.

Per rimanere competitive, le aziende dovranno essere pronte a tutelare i loro dati e informazioni, ma anche in grado di monitorare questi nuovi dati e sintetizzarli in dashboard di analisi integrate.

“Without data you’re just another person with an opinion”
William Edwards Deming

Una strategia di sviluppo o di marketing impostata su assunzioni e non su dati certi è destinata a fallire.


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